8 MARZO: Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne

Sabato 8 marzo, si celebra la Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne

L’8 marzo è Giornata internazionale dei Diritti delle donne, ricorrenza che si celebra in tutto il mondo in memoria delle conquiste sociali, politiche ed economiche raggiunte dalle donne negli ultimi decenni, ma anche in segno di denuncia contro le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono ancora vittime nella loro quotidiana battaglia civile per l’uguaglianza e le pari opportunità.

Le donne, infatti, ancora oggi incontrano maggiori difficoltà, rispetto agli uomini, ad accedere al mondo del lavoro o a ricoprire posizioni di potere e spesso guadagnano meno dei loro colleghi di sesso maschile. Nell’ambiente domestico sono ancora considerate le principali responsabili del lavoro di cura.

In Europa, attraverso l’indice di uguaglianza di genere, strumento che permette di monitorare la disparità tra uomini e donne nei principali ambiti in cui tale disparità può articolarsi, vengono confrontate le performance dei vari stati membri e i loro progressi, attraverso le politiche vigenti, sulla parità di genere.

L’Italia è 13° nella classifica dei paesi Ue per parità di genere ed è lo stato membro che sembrerebbe maggiormente migliorato nel corso dell’ultimo decenni, essendo passato a 68,2 punti nell’indice di uguaglianza, 2 punti al di sotto della media, ma con ben + 14,9 punti dal 2013 al 2023.

Tuttavia resta ancora molta strada da fare, soprattutto per garantire la parità sul lavoro.

Il Presidente Mattarella, in occasione della cerimonia svoltasi al Quirinale l’8 marzo 2024, ha affermato che “lo sguardo delle donne, nell’arte, ha attraversato i millenni, spesso assumendo il volto della tragedia e della spinta al cambiamento; sin dall’antica Grecia. Il volto della tragedia, il volto della speranza.

Vi è una ragione per la quale, nella rappresentazione della realtà, sono prevalse protagoniste femminili per esprimere l’inquietudine di un’epoca, pur non essendo altrettanto protagoniste nella vita reale della società, o forse appunto per questo, per interpretarne le aspirazioni.

Le ansie di crescita, di emancipazione, l’anticipo del cambiamento recano il segno delle donne.

Alcesti, Antigone, Clitemnestra, Fedra, Medea, Elettra, tuttora sollecitano la nostra riflessione, ci parlano ancora. Pensiamo anche al messaggio della commedia “Le donne al Parlamento” di Aristofane: quando la situazione degenera sono spinte a sostituirsi agli uomini. Non esistono più settori, campi, recinti, barriere che limitino la creatività delle donne e la loro libera capacità di scelta. È una nuova primavera, che dobbiamo accogliere con soddisfazione.

Senza però dimenticare i tanti ostacoli che tuttora esistono – di natura materiale e culturale – per il raggiungimento di una effettiva piena parità.

Senza ignorare che sono ancora frequenti inaccettabili molestie, pressioni illecite nel mondo del lavoro, discriminazioni, così come da anni viene denunciato. Senza perdere memoria delle violenze.”

Infatti, in Italia nel 2024 sono state uccise 113 donne, di cui 99 in ambito familiare e affettivo (61 da partner o ex). Alla vigilia dell’8 marzo 2025, proprio in memoria delle violenze subite dalla donne, giunge dagli organi di stampa la notizia dell’approvazione da parte del Consiglio dei ministri dello schema di disegno di legge recante “Introduzione del delitto di femminicidio e altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime”, proposto dai ministeri della Giustizia, dell’Interno, per la Famiglia Natalità e Pari Opportunità, per le Riforme istituzionali e Semplificazione normativa. Il provvedimento prevede l’introduzione nel sistema giuridico italiano del reato di femminicidio, qualificando come tale il delitto commesso da chiunque provochi la morte di una donna per motivi di discriminazione, odio di genere o per ostacolare l’esercizio dei suoi diritti e l’espressione della sua personalità.

Dunque, il femminicidio come illecito penale ad hoc, fattispecie autonoma rispetto all’omicidio e con priorità di valutazione: se una donna viene uccisa, deve essere il primo reato a venire ipotizzato.

Sicuramente, un altro passo in avanti per combattere la violenza e discriminazione di genere, ma finché la piena uguaglianza non sarà raggiunta, finché le pari opportunità non saranno pienamente attuate, ci sarà sempre bisogno di rivendicare i diritti delle donne, perché, come affermato da Papa Francesco, in un discorso tenuto lo scorso anno, in occasione dell’8 marzo:

Le donne fanno più bello il mondo, lo proteggono, lo tengono vivo. Portano la grazia del rinnovamento, l’abbraccio dell’inclusione e il coraggio di donare se stesse. La pace, allora, nasce dalle donne, sorge e si riaccende dalla tenerezza delle madri“.

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