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La Giornata si celebra per tenere viva la memoria di tutte le vittime innocenti delle mafie, del terrorismo e del dovere.
Per la questa edizione, l’Associazione Libera promuove una manifestazione centrale che si terrà a Trapani, il 21 marzo 2025, dal titolo “Il vento della memoria semina giustizia”.
La scelta della città in cui si svolge la manifestazione nazionale non è causale.
Perché a Trapani? Trapani e gli intrighi con la mafia hanno sempre avuto una connotazione locale e una valenza nazionale.
A Trapani si avviò la carriera di magistrati fortemente impegnati nella lotta alle mafie come Giovanni Falcone, il quale allora si occupava di cause civili, e Rocco Chinnici, che iniziò come uditore giudiziario proprio al Tribunale di Trapani.
È avvenuto di tutto, nel tempo, a Trapani: gli omicidi del sostituto procuratore Gian Giacomo Ciaccio Montalto; il giudice Alberto Giacomelli; la strage di Pizzolungo e quei tre nomi indissolubilmente legati, Barbara Rizzo, Salvatore e Giuseppe Asta, la mamma con i suoi due gemellini. E ancora, l’assassinio del giornalista e sociologo Mauro Rostagno, l’attentato al poliziotto più vicino a Paolo Borsellino, il questore Rino Germanà, l’agente penitenziario Giuseppe Montalto ucciso per fare un “regalo di Natale” ai mafiosi reclusi al 41 bis.
Trapani è anche la terra di Rita Atria, che a soli 17 anni scelse di ribellarsi al contesto mafioso in cui era cresciuta diventando testimone di giustizia.
Trapani è la terra di politici coraggiosi e intransigenti uccisi dalla violenza mafiosa, come Sebastiano Bonfiglio, Piersanti Mattarella e Leonardo Renda.
Momento centrale delle celebrazioni del 21 marzo è la lettura dei nomi, una sorta di “rito civile” che nasce dal dolore di una mamma, Carmela, madre di Antonino Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone, che chiese a Don Luigi CIOTTI perché il nome di suo figlio non venisse pronunciato mai durante le celebrazioni del primo anniversario della strage di Capaci.
La memoria di suo figlio Antonio, e dei suoi colleghi Rocco e Vito, veniva liquidata sotto l’espressione “i ragazzi della scorta”.
Da questo grido di identità negata nasce la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
Nasce dal dolore di una mamma che ha perso il figlio nella strage di Capaci e non sente pronunciare da nessuno il suo nome. Nessuno. Un dolore che diventa insopportabile se alla vittima viene negato anche il diritto di essere ricordata con il proprio nome.
Per questo è importante, il 21 marzo recitare i nomi e i cognomi come un interminabile rosario civile, per farli vivere ancora, per non farli morire mai. Per farli esistere nella loro dignità.
La scelta del giorno 21 marzo, primo giorno di primavera ha un significato: è l’auspicio affinché in quel giorno di risveglio della natura si rinnovi la primavera della verità e della giustizia sociale, perché solo facendo memoria si getta il seme di una nuova speranza.
Alessandra Falcone
Docente